E se tuo figlio ti dicesse, “Quando sarò grande sarò un Influencer Instagram”?

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Non te l’aspettavi questa, vero?

Fino a poco tempo fa i nostri figli volevano diventare pompieri, dottori, poliziotti, piloti, presidenti del mondo… E qui abbiamo un mestiere che si chiama “influenzatore”…

Non è facile quando uno è un genitore, passato a suo tempo attraverso la scuola dell’obbligo, l’apprendistato o ulteriore scuola, maturità, università, master e… leccapiedi nel mondo del lavoro… e che i genitori e i nonni, i bisnonni, i trisavoli e a risalire, hanno fatto lo stesso…

bzoo.ch influencer 1La prima reazione potrebbe essere … heu! Ma questo non è un mestiere!

Solo che il figliolo, che è un ragazzo intelligente, che ha ben realizzato che bisognava prepararsi con solidi argomenti prima di proclamare ad alta voce le sue convinzioni e affermazioni, alzerà gli occhi al cielo, scuoterà la testa e con un sospiro di sufficenza finirà per servirti, con un tono di disprezzo stanco, un “Sei veramente una has been! Certo che è un mestiere! La prova, anche le università rilasciano diplomi di influenzatori sui social media per formare gli studenti alla figura professionale di un influencer, un personaggio che svolge il ruolo di “ambasciatore” per sé stesso e per i marchi che rappresenta, grazie alla fiducia che i suoi abbonati gli concedono. Nel contesto sovraccaricato dell’influenza digitale moderna, è diventato essenziale presentarsi al mercato con la formazione accademica adeguata a questa funzione…

È una formazione di 3 anni. La prima università ad aver rilasciato questa formazione si trova naturalmente negli Stati Uniti… in California. Ma non ti preoccupare, dal 2019 ce ne sono in Italia a Roma e a Milano, in Spagna a Madrid e molto presto anche in paesi francofoni!”

Come vuoi ribattere a questo figliolo…?!?!?!

😳

Il lato positivo è che i nostri cherubini improvvisamente apriranno i loro libri perché d’improvviso hanno la ferma intenzione di andare all’Università… Vediamone dunque il lato costruttivo!

E noi, superati genitori, come gestiremo questa informazione?

Beh, ci informeremo… non presso i nostri figli perché ok abbiamo capito che ci considerano obsoleti! Ma diamine, internet lo sappiamo usare anche noi, no? 😃

Prima domanda: cos’è un influenzatore?

Nel 2004 questa parola ancora non c’era nel dizionario cartaceo Garzanti MA se cerchiamo su…

INFLUENZA n.f. azione esercitata su qualcuno o qualcosa: l’influenza delle piogge sulla vegetazione ¦ capacità di imporre il proprio volere-autorità su qualcuno: avere influenza su qualcuno ¦ zona, sfera d’influenza, ambito in cui una persona o un gruppo di persone fa valere la propria autorità.

INFLUENZARE (persone) Sottoporre alla propria influenza. Influenzare l’opinione. Non desidero influenzarti, influenzare la tua scelta, lasciarsi influenzare.

…e che vi si aggiunge il senso comune dell’esperienza e del tempo che ci separa dal 2014, ci si rende conto che il mestiere di influenzatore (o Instaprenditore) prende senso attraverso un altro mestiere, molto più comune nelle nostre memorie di vecchi decrepiti: il prescrivente.

Ecco che qui si ritrova anche il Garzanti:

PRESCRIVENTE Colui che decide qualcosa per qualcuno secondo certi criteri – prescrivere un antibiotico, prescrivere una dieta.

Aaaah eeeeccccooooo!!

Quindi NO, per tutti e tutte coloro che l’hanno pensato, non è un venditore [d’altronde è necessaria una laurea per essere venditore? È una vera domanda.] Attraverso la sua esperienza e i suoi social network, il prescrivente del XXI secolo è pagato per dare il proprio parere trasparente e critico alla sua comunità circa i prodotti e i servizi che sta lui stesso testando.

Ha il compito di rivolgersi alla sua comunità in modo trasparente e sincero e dovrà affrontare i punti positivi e negativi di un prodotto o servizio fornendo ai suoi lettori un’informazione affidabile.

D’altra parte è questa la partita che i marchi sono pronti a giocare per acquisire visibilità.

Qual’è realmente il suo ruolo?

Innanzitutto bisogna rendersi conto che nella nostra società di consumo attuale, il grande pubblico è stato sovraesposto alla pubblicità (TV, Internet, telefoni, giornali, radio) e che vi è sempre più refrattario.
[Pensa un po’ come hai risposto all’ultima persona che ti ha chiamato per venderti qualcosa? eh! 😉 Attualmente, vengo bombardata ogni giorno da chiamate per la mia assicurazione…: a volte è difficile rimanere educati!]

Di conseguenza, il grande pubblico, che tra l’altro è sempre più vincolato dalla generazione dei Millennial (nati tra il 1984-96), sente ormai il bisogno di essere consigliato e rassicurato nelle sue decisioni di acquisto. Non più da un marchio con slogan di grande effetto, ma da una persona vera, reale ed esperta.

È qui che il mestiere di influenzatore o Instaprenditore prende tutto il suo senso.

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È il caso di considerare gli influenzatori come IL nuovo media ?

Certamente sì.

Il lavoro degli influenzatori è un media a pieno titolo.

I tempi in cui la trasmissione tra i marchi e i consumatori avveniva esclusivamente attraverso i media tradizionali come la stampa, la televisione, le riviste e la radio, sono finiti.

È più che evidente che il grande pubblico si affida ormai molto più all’opinione di persone reali che sono più esperte e trasparenti che ai discorsi tipici della pubblicità.

Egli conta sull’onestà degli influenzatori per fornirgli consigli di qualità. È quindi del tutto naturale che gli influenzatori siano sempre più sollecitati a fare questo lavoro, perché la visibilità si compra, sì, ma non la fiducia!

Si può dunque accettare l’influenzatore come un mestiere d’avvenire?

Certamente sì! Triplo sì!

Essere un Instaprenditore è un vero e proprio mestiere del futuro e in questo momento c’è una vera e propria corsa verso gli influenzatori.

Occorre tener presente che la maggior parte delle imprese in cerca di visibilità o di sviluppo delle vendite, incorpora ormai nei loro piani di comunicazione un bilancio direttamente assegnato agli influenzatori.

Ora sappiamo che sempre più marchi si sviluppano quasi solo grazie a questa leva.

Come ad esempio il marchio di orologi Daniel Wellington che è stato uno dei primi a fondare la sua strategia di comunicazione e di vendita quasi esclusivamente sulla visibilità acquisita tramite gli influenzatori.

Altre prove dell’avvenire assicurato di questo mestiere:

  • L’Università di California ha lanciato il suo corso di influenzatore “Personal branding and becoming an influencer”
  • L’e-campus di Milano offre già questo corso per l’anno accademico 2019/2020
  • L’Accademia del Lusso de Roma e di Milano propongono il loro corso intitolato “Fashion & Luxury Influencer”
  • L’Universidad Autónoma de Madrid offre già un corso incentrato sulla professione di influencer all’interno del suo dipartimento di economia
  • Facebook ha lanciato la sua piattaforma di collegamento brand/influencer

Gli influenzatori sono quindi al centro delle strategie di marketing e di vendita dei marchi presenti sui social network. Anche se i messaggi diffusi dagli influenzatori sono effettivamente identificati come promozionali, questi ultimi presentano risultati molto superiori alla pubblicità tradizionale.

Sì, ma mio figlio non è una star, non ha milioni di follower!

Il mestiere di Instaprenditore è un mestiere accessibile a tutti.

In effetti, i micro-influenzatori hanno il vento in poppa.

Storicamente i brand si sono rapidamente interessati alle celebrità per promuovere la loro immagine e i loro prodotti. Ma, ovviamente, le cose si sono parecchio evolute. Ora si scopre che i micro-influenzatori hanno finalmente molto più impatto rispetto alle celebrità dai milioni di followers.

E secondo l’istituto di ricerca sulle reti e sugli influenzatori, sembra che l’82% dei consumatori ritenga di aver fatto ricorso almeno una volta alle raccomandazioni di almeno un micro-influenzatore sui social network. In altre parole, il numero di followers non fa il successo di un Instaprenditore.

Secondo il gabinetto di studi L2 che è specializzato nello studio di influenzatori:
“Le celebrità che promuovono prodotti sono ora considerate meno credibili di un’influenzatore poco conosciuto che sarà considerato come un esperto e la sua esperienza avrà maggior peso. Il ricorso a micro-influencer consente di raggiungere nuovi clienti affinché si orientino in modo più pertinente.

Avere meno di 10k followers non impedisce il successo di un Instaprenditore, al contrario. La qualità del suo lavoro, la sua facilità a condividere le sue passioni e ad ispirare i suoi followers è la chiave del suo successo.

Ok ma allora perché Instagram ?

È la rivista LES ECHOS giornale economico di riferimento che risponde a questa domanda titolando la sua cartella speciale all’inizio del 2018 “Instagram è la più grande vetrina del mondo (articolo in francese)” e definendo questo social network come la vetrina digitale dei marchi che vogliono sorprendere un pubblico stanco del marketing classico. Leggendo questo articolo, ci si rende conto che per i marchi Instagram è LA rete dove comunicare per apparire trendy e alla moda. Non è più solo il punto di riferimento all’avanguardia, ma permette di raggiungere quasi tutti. Una persona su nove è su Instagram, sono più di 28 milioni di visite individuali al mese e 11 milioni al giorno! E tutte le aziende ne traggono vantaggio perché anche se all’inizio Instagram era appannaggio dei marchi di lusso o di intimo, oggi banche, assicuratori e compagnie energetiche vi si sono fatte il loro spazio.

È dimostrato che almeno il 60% delle persone affermano aver scoperto un prodotto o un servizio su Instagram e, soprattutto, che il 70% dei marchi più importanti ora utilizzano Instaprenditore per la promozione dei loro prodotti.

Il gabinetto di studi L2 ricorda che la nuova generazione è 2x più influenzata dai social network che dalle offerte promozionali classiche e che il 72% degli utenti Instagram decidono di acquistare qualcosa dopo averlo visto sul social network. La portata della piattaforma associata al potere degli influenzatori rappresenta per i marchi la leva di marketing la più efficace e per gli influenzatori una vera opportunità professionale.

E per quanto riguarda i redditi?

Infatti, se si dovesse condividere il piatto dei ricavi degli influenzatori nel 2018,

73,5% di questi provengono da Instagram
46.8% provengono dal blogging
12.8% provengono da YouTube
12.5% provengono da Facebook
5.7% provengono da Snapchat
4.3% provengono da Twitter

non c’è paragone!!!

Conclusione

L’influencer è venuto a sconvolgere l’ordine stabilito venendo a scavalcare il mercato della pubblicità a lungo monopolizzato dai grandi media e dalle agenzie pubblicitarie.

In posizione mediana fra il pubblicitario e il giornalista, l’influencer è venuto a recuperare questa funzione di prescrittore.

Questa funzione così preziosa agli occhi dei marchi è ormai considerata un vero e proprio mestiere che, come tutti gli altri, si impara!

Le cifre lo dimostrano, è il mestiere del futuro, un mestiere accessibile a tutti. Ma che per vincere richiede un vero know-how.

In altre parole, cari genitori, se le nostre teste bionde ci annunciano che quando diventeranno grandi saranno influencer Instagram, non ci rimarrà che essere tanto orgogliosi quanto se avessero annunciato di voler diventare medici o avvocati. 🤷🏽‍♀️😜😅

Yolène

Al vostro benessere e ai vostri figli

A presto

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